Come fa un’Intelligenza Artificiale a prevedere un illecito senza ledere i diritti?

Il mondo dell’AI è in continua evoluzione e come ogni innovazione sorgono tante domande, tra le quali: come fa un’intelligenza artificiale a prevedere un illecito senza ledere i diritti?

Alla base delle intelligenze artificiali ci sono gli algoritmi che permettono alle macchine di risolvere problemi simulando il ragionamento ed il comportamento umano.
PELTA è una Suite di soluzioni basate su un algoritmo in grado di simulare la capacità investigativa dell’uomo per risalire a modellazioni criminali alla base di singoli eventi illeciti purtroppo anch’essi umani. Scienza e tecnologia insieme quindi, per prevedere il rischio nel tempo e nello spazio, il risultato di anni di ricerca e sviluppo che hanno portato il nostro staff a realizzare il più evoluto strumento strategico per la sicurezza grazie a tecniche computazionali e di data science.

L’innovazione delle soluzioni in Pelta Suite non consiste solo in tecnologia, ma tutto il processo che va dall’acquisizione dei dati sino alla emissione di allarmi predittivi è innovativo perché tutte le scoperte scientifiche fatte in anni di studi e ricerche in campo sociologico, criminologico e giuridico, sono parte di un processo che aiuta la macchina a imparare, apprendere e migliorare tenendo conto anche di tutti quegli aspetti giuridici come, ad esempio, l’obbligo di anonimizzare i dati per rispettare il diritto dell’uomo alla privacy.

Le soluzioni in Pelta Suite infatti sono privacy by design e privacy by default e sono state realizzate per supportare l’attività di sicurezza sia pubblica che privata attraverso un uso trasparente dell’intelligenza artificiale per permettere all’uomo di lavorare in simbiosi con essa, ma con correttezza, non per limitare la libertà personale, ma per costruire un appropriato modello di “risk assessment” onde poter spostare il costrutto strategico dell’azione di controllo, da una visione riparatoria del danno a una visione probabilistica del rischio quindi, da una logica di “rincorsa” dei problemi tipica della permanente emergenza, a una che lavora sugli schemi della prevenzione.